lunedì 1 settembre 2008

Relazione Grotta Stoccalma 26/04/2008

Grotta Stoccalma


Ore 9.00 appuntamento a casa di Nerone a Subiaco, dove troviamo Tarcisio di Guarcino.
Così io e Francesca seguiamo la speleo mobile di Nerone per tutta la strada che porta a Livata, da li si gira per una sterrata che porta a Campaegli, dove si trova le grotta Stoccolma, ma ci fermiamo qualche centinaio di metri prima.
Dal punto dove ci si ferma alla grotta manca poco, cosi ci cambiamo e ci incamminiamo, con tutta l’attrezzatura che ci serve per allargare la strettoia.
Nerone si è attrezzato bene, oltre ai soliti attrezzi ha con se anche un demolitore ed un generatore di corrente, mentre i cavi per la linea elettrica li ha lasciati sul posto già dalla prima uscita.
Il primo a scendere è Tarcisio, lo segue Nerone che iniziano a sistemare il cavo della corrente, poi con calma scende Francesca ed io la seguo.
La grotta inizia stretta ma percorso il primo metro si allarga un po’, dove si fraziona e diventa abbastanza comoda, il tutto appesi alla corda.
In fondo al pozzo si incontra una saletta dove se si guarda in alto si vede un fuso di circa quattro metri che sale quasi fino all’aperto.
Nella direzione opposta al fuso troviamo la strettoia, che porta sopra il secondo pozzo, dove mi dicono che si è fermato Federico Donati, che molti anni prima era arrivato con mazzetta e scalpello, dopo aver allargato i punti precedenti.
Scendiamo il pozzo e troviamo Tarcisio intento a sistemare le attrezzature mentre Nerone era già nella strettoia.
Dopo alcuni minuti do il cambio a Nerone, poi è la volta di Tarcisio e così per un paio di ore.
Alla fine siamo andati avanti per un metro circa, ma li dentro fa freddo ed abbiamo deciso di uscire.
In una delle volte che ero nella strettoia mi è capitata una cosa che non mi aspettavo, c’è stata una improvvisa inversione di corrente d’aria, come se qualcuno avesse aperto una porta in un altro punto della grotta.Prima di rientrare a Roma io e Francesca abbiamo fatto un giro a Campaegli passando per la Stoccolma e le doline intorno, poi siamo scesi da Cervara ad Ar

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